Schopenhauer e la Filosofia Orientale
di Matteo Antonin
Giunto a casa di Schopenhauer per un colloquio, Carl Georg Bähr, uno dei discepoli che si avvicinarono al filosofo negli ultimi anni della sua vita, racconta che nel mezzo di una conversazione Schopenhauer prese da un angolo della stanza una piccola figura di ferro o di ottone che custodiva gelosamente come un tesoro. Era una piccola statua del Buddha. Il filosofo, dopo aver mostrato pieno di orgoglio al visitatore la statua, iniziò, come soleva spesso fare con chi gli faceva visita, a narrare la vicenda del principe Siddharta Gautama.
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Pensatore importante, a tratti fascinoso, dotato di una personalità vivace per non dire spigolosa: era proprio lui che chiamava con il poco benevolo appellativo de “i tre ciarlatani” Fichte, Schelling ed Hegel, la gloriosa trimurti dell’idealismo tedesco.
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E Schopenhauer incontrò Buddha
di Franco Marcoaldi - 28/05/2007
Fonte: La Repubblica [scheda fonte]
La tradizione vuole che il principe Siddhartha Gautama (poi Buddha: il risvegliato), dopo aver vissuto una gioventù dorata, tra mille donne e mollezze d´ogni genere, ebbe la ventura di incontrare la sofferenza sotto le sembianze successive di un mendicante, un malato, un vecchio e un morto. Bastò questo perché il giovane Siddhartha abbandonasse agi e ricchezze e concentrasse tutte le sue forze sulla soluzione di un unico, immenso problema: come sradicare il dolore, che, a suo dire, nasce dalla continua sete dell´Io, destinata inevitabilmente alla frustrazione.
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